sabato 8 febbraio 2014

Kuroko no basket - Prima Stagione

Ciao amici e buon sabato! Rox: presente per voi!
Oggi parliamo un po' di Kuroko no basket e più precisamente, della prima stagione^^ Perciò, al solito:

 
ALLERTA SPOILER! ALLERTA SPOILER! CHI NON SA E NON VUOLE SAPERE, NON CONTINUI A LEGGERE^^

Comincio col dirvi che all'inizio, ero molto prevenuta su quest'anime. Consideravo Kuroko (dalle info che avevo), una copiatura di Slam Dunk (anime che amo e che è da sempre e sempre resterà, fra i miei preferiti in assoluto). Per questo motivo, ero decisa a non guardarlo. Ma, prima la mia sorellina e poi Cloettina, mi hanno talmente parlato bene di quest'anime, che alla fine mi son decisa a vederlo. E, non me ne pento! Anzi, ringrazio tanto le mie adorate ragazzuole (Sore+Clo) per aver fatto così buona pubblicità^^ Perchè, anche se l'autore di Kuroko no basket, è chiaro abbia tratto grande ispirazione da Slam Dunk e dai suoi protagonisti, alla fine quest'opera risulta comunque un prodotto a sè, con un buon intreccio di storia, bei personaggi, idee gradevoli ed anche originali.
La prima idea originale che si riscontra in Kuroko, è il tipo di basket che si gioca in quest'anime. Un basket spettacolare e un po' ai limiti dell'impossibile, sì, ma proprio per questo molto coinvolgente a cui è difficile resistere. Le partite sono sempre molto sofferte ed emozionanti fino all'ultimo secondo (questa cosa, ce l'ha in comune con Slam Dunk); ti tengono incollata/o allo schermo!
Punto forte della trama, poi, sono i valori che l'opera vuole insegnare (anche questa, è una cosa comune a Slam Dunk) e che ritroviamo soprattutto in Kuroko, il protagonista. Il ragazzo, infatti, è deciso a dimostrare a tutta la sua ex super-squadra delle medie (di cui i membri sono sparsi in vari teams liceali e chiamata: 'la generazione dei miracoli' per via del talento straordinario di ognuno dei giocatori), che il gioco individualista che faceva (e che i vari membri, anche ora che sono in diversi teams, continuano a praticare), rivolto solo e soltanto a vincere: è sbagliato. Che il basket è un gioco di squadra e si gioca tutti insieme; che vincere o perdere non è importante, ma che la cosa davvero importante è divertirsi mentre si pratica lo sport amato.
E qui, veniamo a ciò che realmente contraddistingue quest'anime: 'la generazione dei miracoli', per l'appunto.
Tre dei membri di quest'ultima: Kise, Midorima e Aomine, si contendono a pieno titolo con Kuroko e Kagami (giocatore fortissimo che fa parte del Seirin, come Kuroko, e che quest'ultimo è deciso ad aiutare per farne emergere il grande talento), il ruolo di protagonisti assoluti di tutta la prima serie.
I tre talentuosi giocatori vengono nominati praticamente in ogni episodio e sono per Kagami fonte di grande stimolo a far sempre meglio.
Il primo de 'la generazione dei miracoli' che conosciamo durante le puntate, è Kise: ragazzo bellissimo (tanto da fare il modello oltre il basket-man) e simpaticissimo, col dono di riuscire ad emulare il gioco di chiunque (sempre se non abbia capacità troppo superiori alle sue, come ad esempio i giocatori dell'NBA; questo, ci viene spiegato nell'anime).
Il secondo che ci viene introdotto, è Midorima: tiratore da tre punti pressocchè infallibile, con la fissa per oroscopi e company, all'apparenza snob ed antipatico, ma in realtà, veramente spassoso (specie se in coppia col suo bravissimo e simpaticissimo compagno di squadra: Takao).
Ed infine: Aomine (*ç*...). Il più forte di tutti i membri de 'la generazione dei miracoli'; una 'forza della natura', un 'mostro', come viene definito da alcuni nell'anime, per il suo talento inarrestabile da cui tutti vengono sopraffatti. Aomine, appena compare, ci viene mostrato come un ragazzo indolente ed arrogante, dal carattere piuttosto focoso. Poi, però, in alcuni flashback, scopriamo che il suo modo di essere non è sempre stato così. Che prima era un ragazzo allegro che amava sopra ogni altra cosa giocare a basket; ma che vedendo, durante le partite, tutti arrendersi di fronte al suo incredibile talento, addirittura parecchio tempo prima che il match fosse effettivamente finito, perde ogni entusiasmo ed ogni divertimento nel giocare a pallacanestro. Da qui, la sua trasformazione e la frase che ripete sempre, una cosa tipo: 'L'unico che può battermi, sono solo io'. La quale frase, a me, in realtà, non pare affatto dettata dall'arroganza o dall'autocompiacimento, ma dal dolore di essere 'rimasto solo' in quel gioco per lui così bello, per via di una superiorità che forse Aomine stesso, neppure desiderava. A me, infatti, quelle sue parole risuonano sempre come velate di tristezza e pregne del desiderio di Aomine di essere finalmente smentito. Tant'è vero che nelle ultime bellissime puntate della prima stagione, quando il ragazzo si scontra con Kise, il quale ha ormai fatto suo l'insegnamento di Kuroko del gioco di squadra e  che sta quasi per riuscire a battere l'infallibile Aomine, quest'ultimo mi pare entusiasta; salvo poi essere nuovamente deluso per aver vinto ancora una volta, e addirittura dispiaciuto per Kise e la sua sconfitta (questa, è stata la mia impressione).
Come potete ben capire, quindi, Aomine è uno dei personaggi più carismatici e meglio sviluppati della serie. Ma, questo grande carisma, il bellissimo bruno, se lo contende pienamente con un altro personaggio dell'anime; ovvero: Kagami. Il compagno di squadra di Kuroko di cui vi parlavo prima, che ama il basket follemente e che è pronto a tutto per raggiungere e battere 'la generazione dei miracoli'. Come Aomine, anche Kagami ha un carattere focoso, e pure lo stesso infervoramento quando si ritrova davanti un avversario valido. Kagami ha grande talento; e tutti nel Seirin ne sono assolutamente consapevoli e vogliono aiutarlo a farlo emergere. Più di ogni altro, come raccontavo su: Kuroko. Il quale fin da subito coinvolge il ragazzo nella sua idea di essere 'l'ombra' che metterà in risalto 'la sua luce'.
E Kuroko, coi suoi passaggi eccezionali e la sua presenza che passa sempre inosservata in campo, per molte partite riuscirà davvero ad essere l'ombra che fa risaltare la luce di Taiga Kagami. Finchè proprio Aomine, durante un match che il Seirin perderà pesantemente, farà terminare questa alleanza pressocchè perfetta fra i due e farà capire all'intero Seirin, le lacune di questo gioco e dei due ragazzi; i quali, da allora, s'impegneranno per trovare una nuova dimensione e per far accrescere le loro potenzialità ed il loro talento (in Kuroko a dire il vero scarso per qualunque fondamentale del basket, tranne che per i passaggi magnifici).
Da qui, un ritiro del team per prepararsi insieme al ritrovato acquisto: Kiyoshi (adorabile e bravissimo giocatore che ha fondato il Seirin e che per via di un periodo passato in ospedale, non ha potuto partecipare al campionato estivo), in vista del campionato invernale.
E così, dopo questo ritiro e l'ultima spettacolare partita fra la squadra di Aomine e quella di Kise, cui i ragazzi del Seirin partecipano come spettatori, la prima serie si conclude (facendo anche intravedere due nuovi membri de 'la generazione dei miracoli', che sicuramente ritroveremo nella season 2).
Io ve la consiglio davvero, perchè, oltre alle bellissime partite, i momenti esilaranti che ritroverete in molti episodi, ed i personaggi fantastici che ho citato, ce ne sono ancora tanti altri degni di nota; tipo: la coach adolescente del Seirin, Hyuga il capitano del Seirin, Momoi l'amica d'infanzia di Aomine, barra manager talentuosa della squadra di questo, Kasamatsu il capitano di Kise, Wakamatsu compagno di Aomine che detesta quest'ultimo, Numero 2 cagnolino di Kuroko e mascotte della squadra (di cui Kagami, grande e grosso com'è, ha una fifa blu!), eccetera, eccetera.
Inoltre, ritroverete nell'anime anche qualche momento di vita all'infuori del basket ed in ogni puntata, durante la sigla finale, disegni che mostrano i personaggi in contesti di vita di tutti i giorni o di amicizia fra loro.
Come concludere, quindi, se non dicendovi che non vedo l'ora di guardarmi pure la seconda serie di Kuroko no basket?
Ecco: fatto^^


Con questo, non mi resta che salutarvi per ora.
A presto and see ya,

Rox

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