mercoledì 13 agosto 2014

FanFic Free! La Musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori Ch.2




Ciaossu^^ Visto che saranno presenti con noi anche questa volta, mi sembra doveroso nei confronti di chi non segue Haikyuu, mettere una immy dove sono presenti le due special guest star: Oikawa Toruu e Tetsurou Kuroo. Così, in primis: date un volto a questi personaggi, in secondis vi gustate pure l’occhio^__^
Bc bc
Clau





(Oikawa è quello in tuta bianca, mentre Kuroo quello in tuta rossa^^)






“Dove le Parole finisco, inizia la Musica”




CAPITOLO 1

- Oikawa-sensei! – la voce di Nagisa, manco a dirlo, risuonava argentina nella sua frizzante allegria mentre si sbracciava per attirare l’attenzione del suo insegnante di violino, nel momento in cui lui e Makoto stavano varcando la soglia dell’ala est dell’Accademia, diretti proprio da Oikawa per la loro ora di lezione insieme. Toruu si voltò verso la fonte di quell’interruzione e sorrise ai suoi due allievi preferiti, ricambiano il saluto con la mano, attirandosi l'inevitabile occhiataccia di traverso dell'amico.
- Sei troppo indulgente con questi ragazzi. – tuonò secco Testurou.
- E tu troppo severo, Kuroo-chan. – replicò, divertito dalla loro contrapposizione di carattere.
E, inevitabile, arrivò lo scappellotto giù per la nuca. Kuroo ormai aveva perso il conto delle volte che, inutilmente, gli aveva detto di smetterla di chiamaralo in quella maniera ed era passato direttamente alle maniere forti. Che, comunque, non sembravano funzionare lo stesso.
- Oikawa-sensei, che fortuna averla trovata prima di arrivare in aula prove. – disse Nagisa allegro, ma quando vide il professor Testurou – memore della figuraccia rimediata il giorno prima quando aveva interrotto le prove dell’orchestra – si nascose preventivamente dietro la schiena possente di Makoto, che si scambiò un’occhiata perplessa con il suo insegnante, il quale – vedendo la mal parata – corse in aiuto del suo allievo.
- Chibi-chan* -
Oikawa aveva iniziato a rivolgersi a Nagisa in quella maniera quasi per scherzo un anno prima, durante il festival studentesco e, da allora, il biondino quell’appellativo non se l’era più scrollato di dosso. Non gli dava fastidio che il suo insegnante, dall’alto del suo metro e ottantaquattro, si rivolgesse a lui in quella maniera affettuosa, anzi: era stato proprio lui ad invitarlo a continuare a chiamarlo così. Lo faceva sentire tolto dalla massa. Per uno abituato a manifestare apertamente il suo essere affettuoso, che anche le persone alle quali lui teneva gli rivolgessero apertamente affetto, era come trovarsi su una nuvola. E Nagisa teneva al professor Oikawa. Oh, eccome se ci teneva!
- Chibi-chan, vedo che hai in mano il modulo di partecipazione per il concorso. – disse con un sorriso che gli fece socchiudere gli occhi. Era contento che i suoi studenti più promettenti accogliessero quella particolare occasione. Il concorso al quale Toruu faceva riferimento era rivolto ai ragazzi dell’ultimo anno di corso e prevedeva, per i vincitori, una borsa di studio e un contratto per un anno in una delle Orchestre Giovanili più prestigiose del Paese. In particolar modo, quell’anno, il concorso era rivolto non solo ai suonatori ma anche agli allievi del Corso in Direzione d’Orchestra. La partecipazione al Concorso, infatti, prevedeva l’adesione da parte sia di un musicista – che avrebbe coperto il ruolo di strumento solista in un concerto - che di un allievo in Direzione. La coppia avrebbe potuto portare due brani a scelta e uno scelto dalla Commissione in base al piano di studi dei due partecipanti, e il giorno dell’esecuzione, la Giuria avrebbe scelto quale brano far eseguire. Per chi lo desiderava, c’era anche la possibilità di partecipare al Concorso come parte dell’Orchestra e in questo caso sarebbe stato scelto – tra i fiati, gli archi e le vibrazioni – lo studente che si sarebbe dimostrato più meritevole, vincendo una borsa di studio sempre per un anno di studi di specializzazione all’Estero.
Le domande dovevano essere presentate entro la metà del mese di Luglio. Sarebbero state scelte 10 coppie che avrebbero partecipato alla selezione finale, scelte in base alla media dei voti degli esami sostenuti in quegli anni di studi e in base al voto ottenuto nelle pre-qualificazioni.
- Esatto. – squittì felice Nagisa, che non stava più nella pelle da quasi ventiquattro ore, alias dal momento in cui aveva visto la locandina appesa nella bacheca degli studenti. Per fortuna non aveva dovuto sudar sette camicie per convincere Rei a partecipare. A partecipare con lui, ovviamente. Non che Rei, anche volendo, avrebbe potuto aver possibilità di scelta. Il biondino sapeva esser molto convincente, se non altro perché alla fine ti beccava per sfinimento.
Oikawa batté le mani felice.
- Con chi parteciperai? – gli chiese entusiasta.
- Rei-chan! – fu la replica altrettanto entusiasta.
- Ah, Ryugazaki-kun...- sussurrò Toruu stiracchiando le labbra in un sorrisetto sghembo a beneficio dell’amico. Kuroo non era uno che elargiva complimenti o elogi nei confronti dei suoi studenti, ma Oikawa gli aveva sempre sentito affermare che, nel suo corso, tre erano gli studenti brillanti e promettenti, e uno di questi era proprio Rei.
- Ottima scelta Chibi-chan. – lo lodò. – Trovo che Ryugazaki sia perfetto per te. Con la sua precisione e la sua meticolosità è in grado di frenare, ma al tempo stesso esaltare e dare un senso alle tue irrefrenabili improvvisazioni stilistiche. –
E qui Nagisa – colto in sacco – si grattò la punta del naso imbarazzato. Oikawa aveva pienamente ragione!
- Eh-eh … - ridacchiò nervosamente il biondino, facendo scoppiar a ridere di gusto Toruu.
- D’altra parte – continuò quest’ultimo – proprio la tua maniera di improvvisare e far salti di modulazione della partitura son in grado di evidenziare e valorizzare la minuziosità di Ryugazaki-kun. – concluse, sorridendogli dolcemente e scompigliandogli la zazzera dorata, per poi portate lo sguardo verso gli occhi smeraldini dell’altro suo allievo prediletto.
- Mako-chan, parteciperai anche tu? – gli chiese, piegando leggermente la testa di lato e attendendo.
- Hum-hum. - rispose Makoto, asserendo con il capo e beccandosi un sorriso deliziato da parte del suo insegnante.
- E tu con chi farai coppia? Chi sarà il tuo direttore d’Orchestra? – gli domandò curioso, ma quando vide come il violinista spostò lo sguardo di lato per un istante, capì di aver toccato un tasto dolente e cercò di porre rimedio al disagio dell’allievo. Poteva anche già scommettere cosa angustiasse l’animo del ragazzo e doveva aver a che fare con gli altri due studenti promettenti e brillanti di Kuroo. Kuroo dal quale cercò un appiglio per uscire da quella situazione di stallo imbarazzante.
- Ahehm … - biascicò quest’ultimo, colto alla sprovvista e, proprio per questo, per un istante abbandonò la sua espressione truce, per poi riprenderla nell’attimo immediatamente successivo.
- Allora andate ad esercitarvi, invece che star qui a cincischiare tutti e tre! – tuonò.
- Ohh, minna: Kurorin è molto arrabbiato, ci conviene andare prima che si tramuti in un demone dei tempi antichi e ci divori. – scherzò Oikawa, lanciando tuttavia un’occhiata di gratitudine all’amico, dopo che si erano incamminati lungo il corridoio.
Non voleva lasciar cadere il silenzio tra di loro, ma ci pensò Nagisa a scongiurare quella possibilità.
- Oikawa-sensei: deve troppo darmi una mano con i brani da scegliere per il concorso. –
- Intanto concentriamoci sulle selezioni Chibi-chan. E sui tuoi voti … - sospirò sconsolato l’insegnante, facendo scoppiar a ridere di gusto Makoto e anche Nagisa, molto presto, si unì alla risata. Il momento goliardico cessò nell’attimo in cui il cellulare vibrò nella tasca del biondino.
- E’ Rei-chan. Dice che se voglio, possiamo fare un salto adesso in segreteria a consegnare la domanda di partecipazione al Concorso dato che non c’è nessuno in questo momento. Hum … -
- Che c’è Nagisa? – gli chiese preoccupato Makoto, vedendo lo sguardo perplesso dell’amico.
- Ehm, Rei-chan dice che ha calcolato il tempo che ci metteremo e che arriverò in orario per la lezione con Oikawa-sensei … - spiegò.
- Oh Gesù … - sussurrò Toruu – Chibi-chan: smussa la precisione maniacale di Ryugazaki-kun; sei l’unico che può farlo. – lo invitò a metà tra il serio e il faceto, facendoli scoppiare a ridere.
- Sensei, Mako-chan: sarò di ritorno esattamente tra sette minuti e cinquantasei primi, non iniziate senza di me. – urlò ridendo quando aveva iniziato a correre, dopo aver lasciato in custodia il suo violino all’amico.
- Non abbiamo dubbi … - sospirò divertito Makoto, mentre entrava nell’aula di esercitazione.
Anche volendo, non avrebbero comunque potuto iniziare a suonare senza Nagisa, dato che il pezzo sul quale si stavano esercitando per l’esame era un duetto.

Makoto sapeva che non l’avrebbe fatta franca con Oikawa. Quel ragazzo – perché a 27 anni Makoto non riusciva proprio a non considerarlo ancora un ragazzo, visto oltretutto il suo bell’aspetto, con quei capelli castani sempre deliziosamente spettinati, il sorriso scanzonato e la battuta sempre pronta, quasi da sembrar appena uscito da un set fotografico – aveva veramente a cuore i suoi studenti e non solo da un punto di vista musicale. Un animo sensibile e gentile com’era Makoto, capiva che il suo insegnante comprendeva perfettamente i dubbi, le ansie, le paure che – inevitabilmente – coglievano gli studenti una volta arrivati all’ultimo anno di Università. D’altra parte – pensò – confidarsi e consigliarsi con lui non sarebbe stato neanche troppo male. Ma fu l’altro ad anticiparlo ed evitargli l’imbarazzante momento di rompere il ghiaccio.
- Mi fai sentire il tuo Re a corda vuota, per favore? – gli chiese Toruu dopo aver imbracciato il suo violino per accordarlo. Cosa che stava facendo anche lui.
Makoto eseguì e il suono si propagò nell’aria. Le due casse armoniche degli strumenti vibrarono l’una sull’eco dell’altra. Istintivamente, i due sorrisero per la sensazione ogni volta sconvolgente di sentire come il violino vibrasse e fosse vivo su di loro.
- Il tuo profondo senso della lealtà e dell’amicizia ti impedisce di prendere la scelta che vorresti, vero? – proferì il docente, approffitando di quel momento d’incanto.
Bingo!, pensò Makoto sospirando. E quel sospiro che tentò comunque di tener nascosto perché era nella sua natura non far mai pesare agli altri le sue – rare – situazioni di disagio, fece sorridere teneramente Oikawa. Tipico di Mako-chan, pensò. Quel ragazzo, per i suoi amici, ma non solo, rappresentava un faro nella notte. Quando si temeva di perdersi, bastava avvicinarsi a lui e lui con la sua sola presenza era in grado di dissipare ogni nebbia del e nell’animo.
Toruu ricercò il contatto visivo con le gemme smeraldine dell’altro, ma non per leggervi che aveva ragione.

Il giorno prima, quando Rin gli aveva fatto vedere la locandina del Concorso, la prima persona a cui Makoto aveva pensato era stato Haruka. Solo ed unicamente Haruka. Perché era solo con Haruka che avrebbe voluto condividere quell’esperienza. Perché era solo con Haruka che avrebbe voluto suonare. Perché era solo Haruka che avrebbe voluto avere al suo fianco. Sempre! In ogni singolo giorno delle loro vite … Ma quando, cuore in gola, aveva preso il volantino dalle mani dell’amico per precipitarsi da Haru, aveva incrociato gli occhi di Rin. E Rin gli stava sorridendo. Speranzoso …
- Rin … - aveva bisbigliato, sentendosi lacerato dentro.
- Allora: che pezzi portiamo? – gli aveva chiesto l’altro galvanizzato, già godendosi l’idea, non in sé del concorso, ma della competizione pura e semplice. Ma era bastato solo un attimo per permettere a Rin di capire il turbamento negli occhi dell’amico. Makoto, per lui e Haruka, era un libro aperto.
- Haru, eh? – aveva proferito l’altro, ma senza alcun tono di accusa o risentimento.
- Scusa Rin … - si era trovato a biascicare il violinista. Si sarebbe diviso a metà se avesse potuto. Per un attimo gli balenò l’idea di partecipare con entrambi, pur sapendo che sarebbe stato burocraticamente impossibile. Per un mediatore come lui, non essere in grado di accontentare sia l’uno che l’altro, era una cosa in grado di farlo impazzire.
- Magari Haru non vorrà nemmeno partecipare … - aveva provato ad azzardare, non realmente convinto in realtà e da come Rin scosse il capo divertito, capì di aver detto un’enorme cazzata.
- Mako, se glielo chiedi tu poi. – aveva proferito il rosso convinto – In ogni caso, non mi devi rispondere subito. Abbiamo tempo fino a metà del mese prossimo. Pensaci Mako, perché tu ed io insieme, il tuo violino diretto da me, non solo avremmo buone possibilità di piazzarci, ma di vincere. – aveva concluso prima di uscire dall’aula, così come vi era entrato. E Makoto sapeva che Rin aveva ragione.

- Io vorrei poter partecipare con tutti e due. Veramente! –
- Ti credo Mako-chan. – lo rassicurò il suo insegnante, appoggiandosi con la schiena alla finestra, incrociando le braccia al petto. Come poteva capire quel turbamento. – Ma dentro di te hai già preso la tua decisione, solo il tuo profondo senso di lealtà ti impedisce di abbandonare o l’uno o l’altro. –
Nuovamente Oikawa-sensei aveva centrato il punto.
- Ponendo che io non sappia qual è la scelta che hai già fatto dentro di te, se posso darti un consiglio da esterno, beh: io trovo che il tuo modo di suonare si adatti molto bene alla maniera che ha di dirigere Nanase-kun. – alzò una mano nel momento in cui lo vide schiudere le labbra per parlare per permettergli di continuare. – Non sto dicendo che ci sia un modo sbagliato o meno di suonare, tu hai la tua maniera di suonare perché è il tuo modo di suonare. E questo si plasma perfettamente con lo stile di Nanase-kun. Guarda anche la sua maniera di muovere la bacchetta: è fluida, leggiadra … sempre un torrente … scorre placida, quieta ma implacabile. Proprio come il tuo suono. A vedere lui e a sentire te, si ha la sensazione di essere avvolti in quest’acqua placida, serena. Si è completamente avvolti e dà una sensazione di leggerezza, come di volare .... –
Fece un attimo di silenzio, spostando lo sguardo verso la finestra aperta, lasciandosi accarezzare dalla lieve brezza che si era alzata, per poi riportare lo sguardo sul suo allievo e riprendere a parlare.
- Mentre quando dirigere Matsuoka-kun, beh: sembra di venir travolti da un fiume in piena. Ti travolge come una tempesta, ti lascia senza fiato, senza alcuna pietà. Ha una maniera aggressiva, provocatoria di dirigere i tempi. Matsuoka-kun osa, e mi piace per questo. Resti senza respiro, ad attendere in quale burrasca ti porterà l’attimo successivo. Hai presente come lui prediliga i suoni grevi e bassi? – lo interrogò e Makoto assentì con la testa.
- Proprio per questo penso che voi due insieme non arrechereste vantaggio l’uno all’altro. Perché per armonizzare il tutto, uno dei due dovrebbe sacrificarsi all’altro. –
- Ma la bravura di un artista sta anche in questo, no sensei? Essere in grado di adattarsi all’altro. –
Toruu abbozzò un sorriso. Quel ragazzo era proprio tenace. Per questo gli piaceva molto anche lui e grandi aspettative riponeva anche in lui.
- Non voglio abbandonare Rin. – mormorò Makoto risoluto, con una luce negli occhi smeraldini che Toruu vedeva sempre quando affrontava pezzi particolarmente ostici nella fase di studio e lettura.
- Ma dovrai comunque compiere una scelta. – gli ricordò sussurrando, sinceramente dispiaciuto per lui. Non era una scelta emotiva facile da compiere e da portare avanti, il quel caso non c’erano compromessi da raggiungere, ma era certo che il suo allievo ce l’avrebbe fatta. Lo vide abbassare mestamente lo sguardo a terra, mentre si sedeva davanti al pianoforte e iniziò a produrre le prime note di una suonata di Chopin.
Toruu sospirò.
- Ti ho mai raccontato che ho cominciato a suonar tardi il violino? – gli chiese, cambiando completamente discorso per tentare di distrarlo. Per fargli capire che qualsiasi scelta avrebbe preso, sarebbe stato in grado di motivarla e farla capire ai suoi amici.
Makoto voltò di scatto la testa verso di lui, ammaliato e colpito – come sempre – dalle modalità che Oikawa riusciva a dare alla sua voce a seconda delle emozioni che voleva trasmettere e suscitare in chi ascoltava.
- No. – disse, scuotendo la testa divertito e girandosi sullo sgabellino completamente verso l’altro, il quale recuperò una sedia e si mise seduto di fronte a lui.
- Alle medie ero nel club di pallavolo. – rivelò, divertito al ricordo. Makoto sgranò gli occhi verdi, sorpreso.
- Pallavolo? –
- Hum-hum … - rispose, quasi imbarazzato.
- In che ruolo? – gli domandò Makoto sempre più incuriosito e istintivamente la sua attenzione si posò sulle dita dell’altro. E dire che, come le sue, sembravano nate apposta per il violino.
- Alzatore. – rivelò Toruu.
- Allora avrebbe dovuto fare il direttore d’orchestra una volta abbandonata la pallavolo. – gli fece notare e l’insegnante scoppiò a ridere di gusto, risvegliato dai suoi ricordi.
- Giusta osservazione Mako-chan. – replicò. Così come l’alzatore è colui che dirige il gioco della squadra, dettandone tempi e modi, stessa cosa fa un Direttore con la sua orchestra: la conduce.
- E poi, cos’è successo? – si permise di chiedergli.
- Durante l’ultimo anno, nel corso di una partita, dopo aver effettuato un pallonetto, ricaddi male su un piede e mi feci una brutta distorsione. Niente di grave, ma non potevo di certo permettermi di sforzarla o di saltarci sopra. Anche perché faceva un male boia anche solo a camminarci. – ricordò ridendo, massaggiandosi la nuca imbarazzato con se stesso al ricordo di quanto stupidamente era scivolato sul parquet di gioco. Poi proseguì a parlare. – Totale e assoluto riposo. Per uno come me, abituato al movimento continuo e costante, trovarsi costretto a letto, era una vera tortura. Mi ha salvato dalla noia il ragazzino che abitava di fronte casa … -
E per un attimo gli occhi castani del docente portarono la loro attenzione fuori dalla finestra, ad osservare il cielo azzurro.
- Quel ragazzino passava ore e ore a suonare ed esercitarsi con il suo violino, e mi fece compagnia. Mi permise di passare quei giorni di convalescenza senza ammattire. E m’innamorai talmente tanto di quel suono, di quella capacità di far vibrare l’aria, che una volta guarito iniziai a prendere lezioni anch’io, portandomi a sconvolgere completamente il mio piano di studi e tentare l’ammissione al Conservatorio. –
- Quindi è tutto merito di quel ragazzino se ora lei è qui. Il suo amore per la musica, per il suo strumento, è riuscito ad arrivare fino a lei. È fantastico! – proferì Makoto entusiasta. - Chissà come sarebbe felice se lo sapesse. Se sapesse che grazie a quello che è riuscito a trasmetterle, alla sua musica, ora lei è qui. Ne sarebbe di certo felicissimo. -
- Oh, lui non la pensa affatto così. Lui pensa che quella sia stata la sua rovina, visto che adesso mi ha sempre tra i piedi. – proferì sibillino, scoppiando a ridere di gusto e alla faccia perplessa di Makoto, si trovò costretto a spiegare.
- Quel ragazzino tu lo conosci molto bene. È Kurorin. – disse, lanciandogli un’occhiata di trequarti, con uno dei suoi sorrisetti sghembi.
- Il professor Tetsurou? – esclamò sbalordito il violinista. – Giusto è vero! Voi due siete coetanei, avete studiato insieme al Conservatorio … poi lui ha scelto il percorso di studi per diventare Direttore d’Orchestra … - mormorò tra sé e sé.
- Quindi Mako-chan – proseguì a parlare, mentre si alzava stiracchiandosi – non ti star ad angustiare troppo; a volte sono le situazioni che si vengono a creare a portar le persone a far delle scelte. Scelte che, nella maggior parte dei casi, in qualche maniera hanno valenza anche per gli altri, indirettamente. – concluse, battendogli una mano sulla spalla, in segno di incoraggiamento.
- Tadan! Sono tornato! – esclamò felice e contento Nagisa, spalancando la porta.
- Oh, Chibi-chan: sette minuti e cinquanta secondi. – rise Oikawa controllando l’orologio che portava al polso destro, prima di toglierselo, come faceva sempre quando suonava. – Perfetto! -



- Chibi-chan, ammorbidisci il polso. – ripeté Oikawa per l’ennesima volta, ma non c’era traccia alcuna di fastidio e spazientimento nella sua voce.
- Chibi-chan! – ci riprovò, quando vide, ma soprattutto sentì il terribile suono meccanico che il tremolo del biondino stava producendo.
- Ahh, gomen gomen sensei. – si scusò terribilmente mortificato Nagisa. Era ancora troppo elettrizzato per la faccenda del Concorso e quando iniziava a sbagliare, non c’era verso di rientrare in carreggiata. Questa cosa lo fregava.
- Tranquillo Nagisa. – lo rassicurò Makoto, con il suo tono di voce caldo e gentile.
Il piccoletto cacciò l’aria fuori, sistemando la tensione dell’archetto, per poi posizionare nuovamente il violino sulla spalla, spostando gli occhi verso quelli smeraldini dell’amico ad attendere il suo segnale di attacco.
- Partiamo da questa battuta, ok? – gli chiese Makoto, indicando con la punta dell’archetto il punto sullo spartito.
- Ok – replicò lui. Era grato all’amico, per la pazienza infinita che gli dimostrava sempre. Per l’entusiasmo che gli si dipingeva nel volto quando suonavano insieme.
Tranquillizzato dal suo sorriso calmo e serafico, Nagisa produsse un altro grosso inspiro prima di attaccare.

- Chibi-chan! Ammorbidisci il polso destro. –
Di nuovo, nello stesso identico punto, Toruu non poté più permettere ai due di continuare, visto soprattutto che Nagisa – sentendo a sua volta il suono spaventosamente rigido che stava producendo – iniziava ad andare sempre più in panico e a irrigidirsi ulteriormente.
- Ahhh! Scusate scusate. –
- Non c’è niente di cui tu ti debba scusare. – lo tranquillizzò a sua volta il docente, posizionandosi dietro di lui. – Svuota la mente. – gli suggerì, mentre gli prendeva la mano destra nella sua per fargli mollare la tensione sull’archetto, facendo una leggera pressione sul polso.
- Rilassa. – gli ripeté in un sussurro divertito dato che il suo allievo se possibile, si era irrigidito ancora di più. Sussurro che arrivò come un soffio alle orecchie del biondino, il quale – docilmente – eseguì e con un grosso sospiro si lasciò guidare dall’altro, sentendo come si fosse abbassato quel tanto che bastava per poter arrivare a lui. Sentendo il calore che il suo corpo sprigionava sulla sua schiena.
Makoto pensava fosse praticamente impossibile lasciare Nagisa senza parole – parlava perfino nel sonno! – così come pensava impossibile non vederlo in moto continuo e perpetuo, ma in quel preciso istante al ragazzo parve che l’amico avesse perfino smesso di respirare. Lentamente, sollevò lo sguardo verso il volto del loro tornado biondo e l’espressione estatica e felice che gli lesse, l’aveva sempre e solo vista mentre suonava.
“ Oh-oh” pensò allarmato “sarà mica che Nagisa si sia preso una cotta spaventosa per Oikawa-sensei?”
E la conferma di questo suo sospetto, Makoto l’avrebbe avuta poco dopo.


Continua …



*Chibi-chan=piccoletto

2 commenti:

  1. Letto anche il secondo splendido capitolo, Clo!
    E devo dire che adoro anche i due fighissimi prof (ingaggiati per l'occasione, prontamente da Haikyuu). Ce li vedo troppo come coppietta affiatata insieme; quindi Nagisino-bello non tradire Rei-chan-adorato e lascia il bel professorino Oikawa a quell'altro figone di Kuro, eheh (anche se debbo ammettere che trovo la cotta di Nagisa piuttosto interessante).
    Quanto al resto del cap, povero Makotino... T-T... quant'è dolce lui, che non vuole ferire né Rin, né Haru (ahahahahah, che strano Clo, vedere il 'tuo' Mako, cotto di Haru anziché di Rin. Ma, mi piace da impazzire questa cosa! E come sempre, hai saputo renderla al meglio; bravissima!). E il prof che fa quei bellissimi paragoni con l'acqua per spiegare il modo di condurre l'orchestra di Haru e Rin, l'ho adorato! Scommetto che l'elemento dell'acqua poi, non è affatto casuale, eheheheh. W i nostri nuotatori/suonatori!
    Mi è piaciuta tanto anche la solita follia di Rei che -seppure non si è visto- ha dato il suo contributo col cronometrare alla perfezione tutto il percorso che doveva svolgere Nagisa.
    E quando Oikawa racconta tutta la sua storia e di come Kuro lo abbia ispirato, wow... sono morta! Amo questa coppietta pure se ancora non ho visto neanche mezza puntata di Haikyuu.
    In questo cap non si sono visti Haru e il porcellino di Sousuke ho notato... quindi sono certa che nel prossimo, faranno di sicuro scintille! Non vedo l'ora!
    Intanto ti faccio tanti complimentoni e come sempre, aspetto il continuo!
    Smack-smack e di nuovo brava,

    Rox

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  2. Ciao Rox!! Sììììì, hai visto Oikawa e Kuroo che roba grande?! Io volevo far fare a loro sono una breve apparizione fugace nel prologo, e invece hanno preso piedi, tanto che addirittura - mentre scrivevo questo primo capitolo - mi son detta, giusto per complicar le cose - "e se Nagisa avesse una cotta per il suo insegnante?" Cosa neanche tanto inusuale che un allievo si prenda una cotta per un suo docente. Cosa che abbiamo sperimentato tutti. E quindi Toruu - ma anche Kuroo eh eh^//^ - ce li ritroveremo tra i piedi ancora per un bel pò.
    Ehhh, che strano sai anche per me scrivere di Makotino bello nostro cotto perso di Haru^^ e non di Rin, ma con l'entrata in scena del porcellino di Sou, miseriaccia: vedo Rin solo ed unicamente diSou. Pensa che potere ha questo ragazzo ahahah^///^
    Oh sì: Rei! Un personaggio, un mito! ahahah^////^
    Vero che stavolta Haru e Sou non si vedono, ma abbi fede: nel prossimo chappy, appariranno nuovamente alla grande.
    Son contenta ti sia piaciuto il paragaone che Oikawa usa per esprimere il modo differente che hanno Haru e Rin di dirigere, e guarda: ti confesso che mi son resa conto solo dopo averlo scritto che avevo usato come termine di paragone proprio l'acqua^^
    Non mi resta altro che ringraziarti nuovamente e stasera mi metto all'opera con il nuovo capitolo^^

    Un abbraccio
    Clo

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