lunedì 23 giugno 2014

"Nessun attimo è uguale ad un altro" - Uraboku pg: HotsumaXShusei





Giurin-giurello che adesso ci provo eh!
Intanto nel frattempo, Giorgia ti schiaffo qui la mini oneshotina che avevo scritto per il comply del Principe Shusei per l'iniziativa compleanni sul blog di una mia amica^^
E grazie per aver chiesto <3


Clau



“Nessun attimo è uguale ad un altro”


Serie:Uragiri
Pairing: HotsumaXShusei
Rating:Verde
Genere: Romantico


L’unica cosa che si sentiva nella stanza, era l’incessante martellare della mattina sul tavolo. E Shusei non stava facendo una piega. Sapeva che l’altro era lì, in quella biblioteca e continuava a rimanerci, solo ed esclusivamente per amore suo. Sapeva che erano lì, perché gli altri stavano segretamente preparando la casa per i festeggiamenti per il suo compleanno e avevano obbligato il biondo a tenerlo via dalla Residenza Crepuscolo fino a quando non fosse stato tutto pronto.
Il fatto che pareva che la sedia dove era seduto Hotsuma stesse letteralmente andando a fuoco da quanto questi continuava a muoversi, era tutta un’altra storia.
Si erano salvati dall’essere ripetutamente cacciati fuori, solo grazie al fatto che quando la bibliotecaria si era spinta fino ai meandri più nascosti della sala dove erano seduti, con aria minacciosa e questa aveva incrociato lo sguardo di Shusei, l’aria di colpo non era stata più così tanto minacciosa. La donna infatti, era rimasta a dir poco ammaliata nel momento in cui quello, a dir poco, splendido ragazzo aveva sollevato gli occhi dorati verso di lei e con un leggero sorriso ad impreziosirgli ancora di più i delicati e regali lineamenti del viso, si era scusato per la confusione prodotta dal suo rumoroso compagno. Se n’era andata la bibliotecaria, con la coda tra le gambe, rimasta abbagliata da tanta regalità, gentilezza, affabilità; scusandosi lei a sua volta per averli disturbati. Aveva riposato gli occhi sulle righe del libro Shusei, con la sua solita calma e seraficità, fingendo – inizialmente – di non accorgersi dell’occhiataccia in tralice che Hotsuma gli aveva lanciato. Se già di carattere, loro due erano praticamente agli antipodi - e proprio per questo si completavano e incastravano alla perfezione, rendendo il loro amore, la loro maniera di amarsi unica ed indistruttibile nei secoli – a vederli da fuori in quel momento si aveva ulteriore prova dei loro caratteri, del loro modo di essere. Shusei se ne stava tranquillamente seduto, pacato, serafico, dove l’unica cosa che si muoveva in lui in quel momento, erano gli occhi dorati che seguivano veloci lo scorrere delle parole sul libro di testo. Una mano appoggiata al tavolo, l’altra placidamente abbandonata in grembo. Hotsuma invece, sedeva ben distante dalla tavola, gambe accavallate, la testa appoggiata sulla mano, seguitava a sbuffare e far battere la mattina sullo spigolo in maniera tale da riuscire a sfogare almeno in parte la sua innata energia che mal gli riusciva di contenere. Se gli occhi del compagno non si staccavano dalle pagine, i suoi occhi smeraldini non si staccavano dal volto del suo compagno. Era impossibile per lui! E non solamente perché cercava di trasmettergli con quelle occhiate che per lui stare seduto lì era peggio di un supplizio, ma semplicemente perché Hotsuma adorava guardare il viso di profilo dell’altro. Non si stancava mai di farlo, in ogni momento prezioso che gli era concesso di farlo. Dalla mattina quando, incredibilmente capitava fosse lui a svegliarsi per primo tra i due; fino alla sera, prima di addormentarsi. E ogni volta, ormai non si stupiva neanche più del fatto che sentisse un’esplosione partirgli dal centro del cuore e un calore propagarsi in tutta la sua Anima. Osservava i capelli castani - che d’estate il sole regalava qualche riflesso dorato – solleticare le lunghe ciglia nere, per poi infrangere lo sguardo su quegli occhi dorati dal taglio praticamente perfetto che nessun pittore avrebbe potuto dipingere e rendere più perfettamente. Proseguiva poi l’ascesa lungo il naso dritto e regolare e lì, il biondo si dovette trattenere nell’allungare una mano verso il volto del suo adorato per poter accarezzare quel naso, quelle labbra che solo lui sapeva quanto fossero morbide. Sospirò. Fu un sospiro sommesso, ma che Shusei udì perfettamente. Staccò gli occhi dalle pagine del libro e li portò su quelli verdi del compagno, sorridendogli. Di quel suo leggero sorriso, mentre socchiudeva leggermente gli occhi quasi fosse stato un gatto, e Shusei non impedì al suo desiderio di sfiorare il volto del compagno con una carezza di aver voce. Hotsuma sgranò gli occhi, lanciando un’occhiata furtiva intorno a loro, ma tutti erano troppo presi dalla loro lettura e nessuno si era accorto di nulla. Ricambiò il sorriso, arricciando leggermente le labbra verso l’alto, impedendo alla mano dell’altro di abbandonare il suo volto prima del dovuto, intrappolandola con una delle sue. La punta delle dita di Shusei lo accarezzarono lentamente, prima di scivolare giù lungo la mascella e poi sul mento ed infine approdare ai capelli dorati intrufolandosi tra quei fili aurei, prima di tornare a posarsi sul libro. E stavolta fu da parte di entrambi un piccolo sospiro sommesso, ricolmo dell’amore che l’uno provava per l’altro.
Hotsuma si sforzò di portare a sua volta l’attenzione al libro. Visto che era lì, tanto valeva sforzarsi di tentar di venirne fuori da quelle intricate formule chimiche; ma proprio non gli riusciva di non lanciar – di tanto in tanto – delle occhiate furtive al profilo dell’altro, stupendosi, come ogni volta, di come perfino in un gesto semplice com’era il leggere, trapelava tutta la nobiltà e l’eleganza di Shusei. Sorrise, scuotendo la testa divertito e l’altro si girò a guardarlo interrogativamente. Per tutta risposta, il biondo si limitò a scuotere la testa di nuovo, come a dirgli di non dar peso alla cosa, per poi immergersi stoicamente nella lettura del libro.
Anche la Vista del Dio si perse incantato ad ammirare il profilo dell’altro. Anche lui lo faceva spesso. Sempre … E quello di cui si innamorava ogni volta, come fosse stata la prima, era tutta la dirompente energia che trapelava da quel volto. Tutto l’indomito coraggio, l’ardire, la risolutezza, a volte anche la sfrontatezza e una semplicemente adorabile sfacciataggine quando erano loro due soli, nei loro momenti, che trasparivano da lui. Dai suoi occhi verdi. Dai suoi capelli dorati, sempre adorabilmente, e sensualmente, scompigliati; come quando si svegliava alla mattina.
Sorrise Shusei, abbassando leggermente il capo per nasconderlo quel sorriso. Dire solo che adorava Hotsuma, avrebbe sminuito il sentimento dirompente, e ogni giorno crescente, che provava per lui. Si accorse l’altro del suo sorriso e fece scivolare la sua mano giù, fino a raggiungere quella del compagno che giaceva ancora abbandonata in grembo. Con il favore del tavolo che le riparava da occhi indiscreti, le dita si cercarono, si accarezzarono, prima di intrecciarsi tra loro. E solo allora, solo nel momento in cui era entrato in contatto fisico con il suo adorato, anche Hotsuma si tranquillizzò e proseguì la sua lettura. Almeno fino a quando i due non sollevarono entrambi gli occhi e li diressero verso la finestra, e scoprire così che aveva iniziato a nevicare.
- Merda! – digrignò tra i denti il biondo Zweilt, perché aveva progettato di far fare al festeggiato una deviazione prima di giungere a casa. Perché voleva festeggiare con lui il suo compleanno in modo speciale, ma ora la neve aveva mandato a monte il suo piano. Ciò che voleva fare Hotsuma, era portare Shusei sulla collinetta appena fuori città e guardare insieme il tramonto. Sapeva che quella sera, il pianeta Venere e il pianeta Marte si sarebbero visti più luminosi che mai; ma con il cielo coperto a causa della nevicata, questo era praticamente impossibile.
- Merda! – ripeté stizzito, attirando l’attenzione dell’altro.
- Shusei, perché sei nato nel mese più freddo dell’anno? – gli chiese seccato, incredibilmente serio tanto da far scappare una piccola risata sommessa al suo compagno.
- Scusa se non sono nato nel mese più caldo dell’anno. – si permise di prenderlo, bonariamente, in giro; beccandosi un’occhiata di biasimo in tralice.
- Dai, andiamo. – lo incalzò il biondo, raccogliendo le sue cose e alzandosi.
- Ma Hotsuma, sta nevicando. – gli fece notare.
- Appunto. E prima che si scateni in bufera, sarà meglio andare. – gli spiegò stizzito e nel volto dell’altro apparve il suo solito sorrisetto serafico.
- Ohh, da quando sei diventato così ponderato? – ancora una volta, Shusei si permise, e si divertì, a punzecchiarlo. Solo con Hotsuma, Shusei si permetteva quel genere di cose, perché anche quello faceva parte della loro maniera di amarsi.
- Shusei, stai diventando un po’ troppo irriverente. – lo piccò il biondo, appoggiando una mano sul tavolo e piegandosi in avanti fino a raggiungere il volto dell’altro che si trovava ancora tranquillamente seduto; per poi scoppiare a ridere entrambi dopo essersi fissati per un lungo attimo negli occhi.

Hotsuma non aveva tutta questa fretta di rientrare a Residenza Crepuscolo, ma voleva comunque portare Shusei sulla piccola collinetta, la quale – affettivamente parlando - significava molto per loro due. Ecco perché, non appena varcarono la soglia della Biblioteca, il biondo lo pilotò a sinistra invece che a destra, e a nulla valsero le richieste del festeggiato di sapere dove lo stesse portando. Hotsuma si era chiuso in un ostinato silenzio, si era alzato il bavero della giacca, incurante di come i sempre più grossi fiocchi di neve, si posassero delicatamente sui suoi capelli dorati.
- Non hai i guanti? – gli chiese dolcemente e premurosamente Shusei, quando vide come si cacciò a forza le mani nelle tasche dei pantaloni.
- No. – rispose bruscamente, come al suo solito, anche se semplicemente adorava quando il suo innamorato si preoccupava per lui. – Li ho dimenticati stamattina a casa. – dovette spiegare alla fine, vedendo perfettamente con la coda dell’occhio come l’altro gli lanciò una piccola occhiata sardonica.
- Tieni. – sussurrò con la sua voce calda e suadente Shusei, porgendogli uno dei suoi guanti dopo esserselo tolto. Il biondo sgranò gli occhi per un attimo meravigliato, prima di rispondere con quel tono solo fintamente burbero: - E tu come farai? – gli chiese, voltando appena la testa di lato verso di lui e Shusei si era limitato a sorridere dolcemente.
- Ho l’altro. E per l’altra mano, beh: vorrà dire che me la scalderai tu. – concluse candidamente, raggiungendo la mano del compagno nella tasca, dove la trovò pronta ad accoglierla.
Camminarono così per un po’, in silenzio, mano nella mano; sentendo come il rumore dei loro passi risultasse ovattato dal soffice manto della neve sotto di loro.
Alla fine Shusei aveva rinunciato ad indagare in merito a dove l’altro lo stesse portando, anche se un sospetto ce l’aveva. Sospetto che divenne realtà quando abbandonarono la strada e si incamminarono lungo il piccolo sentiero nel parco cittadino e quando arrivarono in cima, rimasero entrambi senza fiato e sgranarono gli occhi come due bambini.
- Wow … - espresse il pensiero di entrambi il biondo. Sotto di loro, la città si presentava ai loro occhi già candidamente bianca, con le luci soffuse dei lampioni a dar ulteriormente quel senso di surreale.
Hotsuma si mise dietro a Shusei, per poi passargli le mani lungo il corpo e abbracciarlo da dietro, dove l’altro trovò immediatamente riparo e calore appoggiando la sua schiena sul petto dell’altro. E quando il suo adorato compagno gli appoggiò la testa su una spalla, a lui bastò girare solo di poco il volto per posare un leggero bacio tra quei capelli dorati.
- Buon Compleanno Amore mio … - sussurrò appena Hotsuma, scatenandogli brividi lungo tutto il corpo elettrizzandolo. Shusei si strinse maggiormente a lui, prima di voltarsi e sfiorargli appena le labbra con un bacio lieve, mantenendo sempre gli occhi incatenati l’uno all’altro.
- Grazie  … Grazie Hotsuma, perché con te a fianco nella mia vita, rendi ogni giorno speciale e degno di essere vissuto. Grazie per essermi accanto sempre. Grazie per amarmi. Grazie per ogni tuo piccolo, grande, gesto nei miei confronti. Tu trasformi la mia vita, non solo degna di essere vissuta, ma in un piccolo, meraviglioso capolavoro e miracolo ogni giorno. –
E Shusei aveva parlato con la sua solita intensità, non solo della voce, ma anche nello sguardo, negli occhi che avevano lasciato l’altro, come al solito, senza fiato. E l’unica cosa che poté fare Hotsuma fu di attirarlo a sé per il bavero della giacca e baciarlo, per poi – una volta che il bacio finì – stringerlo forte a sé.
- Farà freddo stanotte … - bisbigliò il festeggiato spezzando il silenzio portando gli occhi dorati in quelli verdi del compagno, con un sorrisetto a metà tra l’angelico e il malizioso, quel sorriso in grado di far perdere ogni controllo ed inibizione nel suo innamorato.
- Saprò come scaldarti. – fu la promessa dell’altro, sussurrata a fior di labbra prima di legarlo nuovamente a sé. E ogni volta, era sempre come se fosse la prima volta, tanta era l’emozione che entrambi provavano.




FINE^^

6 commenti:

  1. Oh... che meraviglia... brava Clo, ad aver postato questo gioiellino di fic; sai che l'adoro!
    Hotsuma&Shusei, super-favolosi, e... mitica bibliotecaria, ahahahahahah!
    Smack,

    Rox

    PS: Principe, ti amooooooooooooo!

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  2. Ohh, mi emoziono, lo sai *O*

    Grazie grazie, Rox, ma il merito è tutto di 'sti due ragazzuoli. Ohhh, tanto amore per loro.

    Clo

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  3. Grazie grazie!! Bellissima e stradolce! Sei bravissima a descrivere Hotsuma, con quel carico di energia che gli impedisce di stare fermo per piu' di due secondi consecutivi!! Che sornione che e' Shusei ("fara' freddo stanotte ") ...... Stupenda! Grazie ancora tantissime per postare questa tua fiction!!Grazie!!!!

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  4. Ciao Giorgia, grazie a te per avermela chiesta <3
    Ehh, io adoro 'sti due. Sono una delle mie OPT in assoluto *O* Il merito è tutto di 'sti due ragazzuoli che si prestano così bene ad essere descritti^_^
    Grazie ancora
    Bc bc
    Clau

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