domenica 21 giugno 2015

FF Cross-Over Free!ES&HQ




Ciao a tutti dalla vostra Clau.
Son tornata con una FlashFic perché nei giorni passati mi ha preso un ammorbamento assurdo sul porcellino di Sou e, tristemente, sulla sua povera spalla sigh sigh T_T e mi è venuta di getto questa Flash. Il fatto che sia un crossover con Haikyuu, è venuto spontaneo a causa di un altro grande atleta, quale è Oikawa Tooru (*ç*), che ha avuto una sorta di storia analoga con il suo ginocchio.
E niente, ogni tanto l’angst si impossessa di me, e come minimo per riprendermi credo dovrò scrivere una 4some, ahahahah ^///^



IL SEGRETO PER ANDARE AVANTI E' INIZIARE


Sou’s Pain

Anche se lui è solitamente un tipo taciturno e schivo, in quel momento il silenzio asettico dell’angusto stanzino, intervallato solo dal ronzio del distributore di bevande posto di fronte a lui, gli è a dir poco insopportabile.
Perché ha imparato ad associarlo a quello. A quei momenti di attesa solitaria nel corridoio del reparto di ortopedia, mentre nella mente e nell’animo un’infinità di pensieri si affacciano e si accavallano.
A quei momenti in cui si trattiene anche dal fare un respiro più profondo degli altri per timore di sentire qualcosa che non vada. Di sentire bruciare. Di sentire male. A quella maledetta spalla ovviamente.
Perché a diciotto anni non può permettere al dolore di avere il sopravvento. Su di lui. Sui suoi sogni.
Perché Rin, in Australia, lo sta aspettando.

Tooru’s Pain

A vederlo in quel momento, Oikawa Tooru, con il suo sorrisetto pungente e la battuta sarcastica sempre pronta, non sembra neanche lui.
Perché il sorriso che si affaccia timidamente sulle labbra, mentre è arrivato sulla soglia del parco vicino casa sua, è uno di quelli rari da vedere in lui. Perché è nervoso, e Oikawa Tooru non lo è mai.
Mai, nemmeno quando si prepara – preparava – per la sua micidiale battuta al salto anche quando la sua squadra di trova al set-point. Anche quando si appresta a fare un pallonetto, di quelli da manuale.
Ma ora, lì, da solo, deve fare i conti con un’unica cosa.
Il suo ginocchio.
Quel ginocchio che sempre più spesso ha cominciato a cedere. A pulsare. Fino a costringerlo a non poterlo proprio più ignorare.
Ed ora, dopo mesi, dopo infinte sedute di riabilitazione, di fisioterapia, continuando comunque a tenere allenata la mente, lo spirito, le braccia, è lì. Al momento della verità.
Prende un grosso inspiro, Tooru, per poi buttarla fuori quell’aria, dopo aver assaporato l’odore delle foglie, del terreno bagnato dalla pioggia che ha battuto incessante per tutto il giorno.
Se non fosse perché è semplicemente terrorizzato dall’esito di quella corsa che si sta per apprestare a fare, se la darebbe a gambe levate.
Il tuo ginocchio adesso è perfettamente a posto. Non c’è più niente che non vada, ha cercato di tranquillizzarlo l’ortopedico, così come il fisioterapista che l’ha seguito in quel percorso.
Stringe le nocche delle mani, fino a farle diventare bianche.
Si abbassa nuovamente per assicurarsi che le stringhe delle scarpe siano allacciate, ma lo sa, lo sa Tooru che sta cercando di testare nuovamente il suo ginocchio.
Certo, sa anche perfettamente che fisiologicamente il suo ginocchio è a posto. Solo deve spiegarlo alla sua testa. Al suo cuore.
Prende nuovamente un grosso inspiro e chissà perché, fissando le fronde verdi degli alberi sopra di lui, gli viene in mente tutto un altro verde. Un verde mescolato all’azzurro, che insieme, creano una combinazione di colore che Tooru non avrebbe mai pensato fosse possibile trovare in natura.
Ripensa agli occhi che incrociava ogni volta che usciva dalle sue sessioni stremanti di fisioterapia, con il ginocchio che lo torturava e l’unica cosa che desiderava in quel momento era poter sfogare la sua frustrazione. Lui, che di fronte agli altri si dimostra ed è sempre così sornione e giocoso.
Si ricorda perfettamente di quante volte abbia incrociato quegli occhi turchesi, stupendosi non poco che l’altro non li dovesse sollevare di tanto per portarli verso i suoi.
Quel ragazzo era di sicuro un atleta, ma non di certo un pallavolista. Dalla corporatura avrebbe detto un nuotatore, notando – con il suo occhio abituato per istinto a soffermarsi su ogni piccolo particolare – il tutore stretto intorno alla spalla destra dell’altro.
Fantastico, aveva pensato, c’è qualcuno altro che sta lottando con le unghie e con i denti come me. Perché era certo, vedendo il guizzo ferino in quegli occhi turchesi, che anche l’altro non si sarebbe arreso mai.
Sospira nuovamente Tooru, socchiude gli occhi, butta fuori l’aria e spera davvero che anche la spalla di quel ragazzo di cui una volta per caso ne ha sentito il nome – Sousuke – possa esser ritornata a posto come il suo ginocchio, e che i sogni di entrambi possano ricominciare a volare.
Il sorriso nervoso lascia spazio al solito sorrisetto adorabilmente strafottente sulle labbra dell’alzatore e la prima, leggera, falcata parte.
Tooru ha ripreso a volare.

Sou’s Dream

È sempre stato solo in quei momenti Sousuke – non avrebbe mai sopportato di suscitare la commiserazione negli altri per il suo dolore, fosse questo fisico che morale – eccezion fatta per quegli sguardi fugaci con il ragazzo che usciva dalla sala di fisioterapia, o dall’ambulatorio dell’ortopedico, prima che vi entrasse lui. E in quello sguardo non c’è mai stata nessuna pietà, solo una sorta di cameratismo, un tacito incoraggiarsi l’uno con l’altro.
È certo, Sousuke, che con uno così – al di fuori dell’ospedale, nella vita di tutti i giorni – non sarebbe mai potuto andar d’accordo. Certo, non gli sarebbe mai stato sulle palle come Haruka Nanase, giusto per capirsi, non avrebbe mai sentito quel bisogno impellente di eliminarlo dalla faccia della Terra, ma uno con un sorrisetto del genere – Tooru aveva capito si chiamasse – era sicuro sarebbe stato in grado di urticargli il sistema nervoso. Ma lì dentro, in quel reparto, il sentimento che provava nei suoi confronti era di massimo rispetto. Forse, a ben pensarci, non era tanto diverso dal ghigno strafottente di Rin.
Sorride appena, Sousuke, a quel pensiero. Sorride dolcemente come gli riesce solo quando Rin gli si affaccia alla mente.
Io ti aspetterò, gli aveva detto prima di partir per l’Australia, e lui aveva ricominciato a lottare.
- Sousuke – la voce dell’infermiera che lo chiama uscendo per l’ambulatorio per annunciargli il suo turno, lo riporta alla realtà. Al momento della verità. Sì perché oggi sarà l’ultima volta che Sousuke attenderà in quel corridoio. Tra qualche istante il medico gli darà l’esito degli ultimi esami diagnostici sulle condizioni della sua spalla dopo mesi di riabilitazione dopo l’intervento.
Se dicesse che non ha nemmeno un po’ di paura in quell’istante, Sousuke mentirebbe a se stesso più di tutte le volte in cui cercava di convicersi di non essere perdutamente innamorato di Rin.
Ma Sousuke è fondamentalmente un guerriero. Un guerriero dal cuore d’oro e dall’armatura splendente ed entra nello studio dell’ortopedico con passo fermo e sicuro.
Non vacilla e risponde al sorriso che il medico gli dona nel momento in cui gli pone di fronte a lui i risultati degli esami.
Sousuke può tornare a sognare.




FINE





Al solito, materiale trovato in internet

3 commenti:

  1. Oddio che meraviglia, Clo!
    Ero passata a mettere un post e mi ritrovo davanti questo splendore...
    Ovvio che ho letto subito tutto d'un fiato e wow... sei stata bravissima! Il modo in cui hai espresso sia i sentimenti del nostro bellissimo Sou, ma anche del pallavolista (che ancora purtroppo non conosco...), è assolutamente realistico. Il loro dolore, le loro speranze... Per non parlare delle stupende descrizioni del rumore fastidioso della macchinetta che Sousuke associa a cose brutte per via della spalla; e della terra bagnata, del suo odore, nel caso di Tooru.
    E poi con queste parole meravigliose 'Un guerriero dal cuore d’oro e dall’armatura splendente', con cui hai saputo tracciare alla perfezione l'essenza di Sou, mi hai stesa; stesa davvero. Così come quando hai menzionato il suo incantevole colore degli occhi...
    Non posso che farti un milione di complimenti, amica mia; questa flash è fantastica!
    Bravissima di nuovo e scrivimi una Sou X Rin, assolutamente!
    Smack, vado a mettere il mio post.

    Rox

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  2. Ciao Rox!
    Eh, visto che ce l'ho fatta? Il porcellino di Sou mi è proprio entrato nel cuore, caro lui^__^
    Ohh, sì, anch'io Sousuke lo vedo proprio come un guerriero, un samurai di quelli dal cuore buono e indomito, puro! Vabbè, è un figherrimo da paura, c'è poco da fare ahahahah ^///^
    Son felice di esser riuscita a trasmettere il senso (mi credi se ti dico che avevo scritto "sendo"? ^//^) di inquietudine in entrambi, ma anche le speranze di tutti e due.
    Come sempre, io non ho parole ringraziarti per le stupende parole che mi dici<3<33

    Clo

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  3. Sou è meraviglioso e tu hai saputo renderlo benissimo, Clo!
    E, ahahahahah, vedo che Sendoh continua a piacerti persino a livello inconscio.
    Smack-smack,

    Rox

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